I volontari che ci hanno lasciato: a loro il nostro GRAZIE!

Graziella
11 dicembre 2024
Già nel nome è racchiuso il suo modo di vedere la vita e il rapporto con chi ha avuto la fortuna di conoscerla e camminare per un pò al suo fianco.
“Grazie” è una delle parole che più la rappresentano, che diceva sempre a tutti coloro che incontrava prima di salutarsi.Era grata per una chiacchierata o per un’attenzione, anche piccola, che le veniva “regalata”… e che lei ricambiava sempre.
Il suo carattere forte, deciso e la sua persona lucida l’hanno guidata fino all’ultimo momento della sua vita terrena.
Ci ha insegnato tanto e tanto le devono tutte le persone alle quali ha voluto bene.
Per Casa Famiglia Budrola ha sempre avuto un’attenzione particolare e ha voluto bene ai nostri bimbi che diventavano un pò suoi “nipotini”.
Ci ha sempre sostenuto mettendo a disposizione spazi, pazienza e preziosi consigli e siamo certi che, da lassù, continuerà a darci una mano!
Graziella, ci hai detto tante volte “Grazie”, ora vogliamo dirtelo noi…
Un GRAZIE particolarmente sentito nella certezza che l’affetto reciproco, che abbiamo condiviso per tanti anni, ci darà l’energia e ci farà capire le modalità per portare avanti le tue volontà coi tempi della Provvidenza.

Ernesto
18 Dicembre 2012
Quando pensiamo ad Ernesto, specie in clima di campagne natalizie e pasquali, è quasi un “vederlo” aggirarsi tra gli scatoloni dei panettoni o delle colombe o tra le delicate uova di cioccolato, tutto indaffarato, nell’intento di agevolare il lavoro dei tanti volontari che, come lui, hanno deciso di regalare energie e tempo prezioso al progetto “Casa Famiglia Budrola”.
Ci sembra di vederlo guidare il muletto con l’esperienza di chi lo ha utilizzato per tanti anni per lavoro o è come se entrasse dalla porta del magazzino dopo aver portato fuori tanti scatoloni vuoti.
La sua voglia di fare, di impiegare il tempo senza oziare, di essere sempre in movimento e di stare in mezzo alla gente lo ha portato, una volta raggiunta la pensione, ad abbracciare il mondo del volontariato: lo ricordiamo anche nelle sue attività quotidiane alla Casa dell’Amicizia dove trascorreva le sue giornate rendendosi utile tinteggiando e riordinando spazi lavorativi e ludici per i grandi e per i piccini.
Alla Casa aveva trovato anche un grande amico col quale amava passare un po’ del suo tempo: “Nonno” Sandro, un altro supporter essenziale di Budrola.
È bello pensare che ora, assieme lassù, Ernesto e Sandro continuino le conversazioni iniziate quaggiù, magari seduti ad un tavolino a sorseggiare un buon caffè in un momento di pausa, e ci guardino con l’affetto dei nonni che guardano crescere i loro nipotini sempre presi ed indaffarati.
Grazie Ernesto.

“nonno” Sandro
11 Settembre 2012
“Abbiamo imparato a valutare il carico massimo di una nave, la portata di un ponte, il carico di un cammello e non ci curiamo di sapere fin dove reggano le spalle di un uomo”.Don Primo MazzolariSandro l’abbiamo conosciuto così, come un uomo che portava con grandissima discrezione e pudore i “grandi carichi” che la vita nei suoi ultimi anni gli aveva dato; un uomo forte che aveva saputo trasformare la sua personale esperienza di dolore ed abbandono in risorsa preziosissima, quanto poco appariscente, per gli altri, soprattutto per coloro con cui intuiva condividere la sua esperienza di solitudine.
Così Sandro ci ha insegnato che si può trasformare un cuore che a buon diritto potrebbe risultare rattrappito, accartocciato come un foglio di carta con un contenuto di dolore nascosto, talvolta anche a se stessi, in cuore magnanimo, aperto, generoso, che sa ancora condividere, gioire, giocare; un cuore un po’ di bimbo in un corpo di nonno.
Un amico che ha vissuto, forse senza neanche saperlo, ma solo perché aveva un cuore buono, la biblica raccomandazione del Siracide: “Non ti allontanare da quelli che piangono e con gli afflitti sappi immedesimarti nel loro dolore”.
Grazie Sandro per tutto l’affetto che ci hai dimostrato che, conoscendoti, non era che una piccola parte di quello che provavi; ora che sei Lassù siamo certi che hai potuto scoprire che è stato così anche per molti di noi: ti volevamo, e ti vogliamo, molto più bene di quanto abbiamo mai saputo esprimerti!

don Gian Piero
19 Gennaio 2012
Caro Giampy, proto-nonno di Budrola, ti e’ stato dato il posto più bello per godertelo appieno questo speciale ruolo: il Paradiso.
Sì perchè le persone che hanno un cuore grande come il tuo percorrono una corsia preferenziale nella corsa al Paradiso: certamente il nostro Papà del Cielo si sarà dimenticato delle tue “bricconate” (come le chiamavi tu nelle omelie per i bambini, così belle e profonde quanto chiare e dirette) perchè molti di più sono i grappoli d’amore che hai fatto maturare nella Sua vigna!Ecco un flash di due amici che ti hanno conosciuto e voluto molto bene e che in poche parole racchiudono ciò che sei stato e che continui ad essere da lassù:
“L’ultima volta che sono andata a trovarlo tutto ad un tratto si è fatto serio e mi ha detto: “Ricordati che ti voglio bene, ricordati che dobbiamo dirci che ci vogliamo bene, che se non lo diciamo alle persone a cui teniamo non serve a nulla.”
E’ proprio questo che ho sempre trovato straordinario in quest’uomo: la sua capacità di leggerti dentro e di capire la bontà dell’animo di chi incontrava e proprio per questo la sua capacità di far sentire a suo agio chi stava con lui, di farlo sentire “a casa”.”
“Portero’ sempre nel cuore, come ricordi preziosissimi e carichi d’affetto, le sue risate, le sue battute, il suo coltellino che si apre meglio dopo due colpetti ben dati dalla sua sapiente mano, il suo agire con parole essenziali e dirette, la sua attenzione per ognuno di noi e tutto il tempo che e’ riuscito a dedicarmi con gioia ed entusiasmo, nonostante la malattia minasse il suo fisico.
Sono stata fortunata a conoscerlo, a vederlo attraverso i suoi begli occhi scuri e vigili.”
Certi che ora più che mai sarai con noi a Budrola, ti promettiamo che racconteremo di te ai bambini perchè capiscano quanto è bello farsi prossimo, come ci hai insegnato tu.
Ti vogliamo bene Giampy, non smetteremo mai di ripetertelo, per sempre!

Modesto
12 Gennaio 2010
Era un uomo un po’ particolare, ma chi di noi non lo è!?
Colpiva soprattutto la sua grande disponibilità: difficilmente, se qualcuno gli chiedeva un favore, si sentiva rispondere picche; c’era sempre una volontà di venire incontro a chi gli chiedeva un aiuto, piccolo o grande che fosse.
A modo suo, Modesto aveva un cuore grande e sapeva essere attento alle esigenze degli altri.
Lui, che in Budrola ha creduto, per Budrola ha sognato e l’ha attesa insieme a tutti noi…
E, “del suo”, come volontario ce ne ha messo molto,!
Impegnato soprattutto sul fronte della manutenzione della Casa, aveva mille altre risorse che non ha mai tenuto per sé: la disponibilità alle vendite nelle bancarelle e nei mercatini, il supporto nella gestione dei gruppi, l’attenzione ai meno fortunati…
Tutto questo era Modesto…
Colpisce la sua motivazione al volontariato; alla domanda: “Che cosa ti ha dato il volontariato in questi anni?” Lui rispose: “Mi ha donato il valore del tempo”.
Questo è un bell’insegnamento che ci lasci caro Modesto: tu che eri così legato alla vita ci insegni a valorizzarne ogni attimo, per non dimenticare mai il valore del tempo!

Franca
19 Giugno 2009
Franca: gentile, altruista, generosa, coraggiosa, forte.
Questi sono i primi cinque aggettivi che ci aiutano a descrivere Mamma Franca…
Sempre pronta ad accoglierti con un sorriso o a sostenerti nei momenti di difficoltà, con quella naturale condivisione che hanno coloro a cui la vita ha imposto dure prove.
Ha dedicato tutta la sua vita alla sua famiglia e ha visto nascere e crescere da vicino il progetto di Casa Budrola.
Ci ha insegnato tanto anche durante la malattia, periodo nel quale non ha mai perso la fede nel Signore.
Ci ha sopportato tanto: il subbuglio delle iniziative natalizie e pasquali la coinvolgeva e rendeva merito alla sua pazienza.
Ci ha amato e continua ad amarci disinteressatamente.
Tu, Cara Franca, sei tutto questo e molto di più.
Ancora una volta: Grazie.